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Badesi
Al confine tra Anglona e Gallura, il piccolo comune di Badesi,
resosi indipendente da Aggius nel 1969, è un centro di
origine piuttosto recente. Solo a partire dal XVIII secolo,
infatti, l'area in cui esso sorge iniziò ad essere abitata,
probabilmente da un nucleo familiare dedito alla pastorizia,
intorno al quale si sviluppò il centro urbano. |
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Le
spiagge:
Di bellezza mozzafiato sono le spiagge del litorale, Badesi
Mare. Un'ampia spiaggia bianca si estende per chilometri, attraversata
dalla foce del fiume Coghinas, uno dei più importanti
della Sardegna. Le dune, di sabbia finissima, sono ricoperte
di ginepri e all'orizzonte si scorge in lontananza l'isola dell'Asinara.
La costa di Badesi, inoltre, è stata recentemente dichiarata
"sito di interesse comunitario", per la ricchezza
della flora e le peculiarità della fauna, particolarmente
i volatili stanziali e migratori che nidificano in mezzo ai
canneti delle rive del fiume Coghinas e delle isolette fluviali.
La Marina di Badesi racchiude le caatteristiche spiagge "Li
Junchi" (40°58’37.66’’N
– 8°51’23.13’’E), "Li
Mindi" (40°59’08.45’’N
– 8°51’53.72’’E) e "Poltu
Biancu" (40°57’35.85’’N
– 8°50’24.57’’E) formate da sabbie
bianche di silicio e delimitate da dune naturali ricoperte di
ginepri e macchia mediterranea che per una lunghezza superiore
ad 8 km degradano fino a tuffarsi in un mare dal colore azzurro
incredibilmente limpido.
La spiaggia "Li Junchi"
offre vari servizi tra cui il noleggio di gommoni, pedaló,
surf e windsurf, la scuola di vela, il servizio di guardia medica
24h, vari punti di ristoro e chioschi che animano anche le serate
con musica dal vivo.
Il mare di Badesi, grazie alla sua limpidezza e ai suoi fondali
ricchi di pesce, attira ogni anno appassionati di sport acquatici
e di pesca. Tra le manifestazioni più importanti sicuramente
il "Trofeo Magrini" e il "Trofeo Citizen"
gare di pesca Surf Casting a livello agonistico internazionale.
Per chi invece desidera trascorrere una giornata in una spiaggia
poco affollata e priva di servizi sicuramente rimarrà
incantato dalla spiaggia di "Li Mindi".
Per gli amanti della natura, Badesi offre al turista anche la
possibilità, dopo una passeggiata di circa 20 minuti
tra le dune a ridosso del mare, di arrivare agli scogli denominati
"Li Scoddi di Badesi" (40°59’52.23’’N
– 8°52’26.70’’E) che separano il
comune di Badesi da quello di Trinità d'Agultu, immergendosi
in una zona isolata, solleticati da una brezza gentile e salubre,
aromatizzata ai profumi di ginepro, e ammaliati dallo sciacquio
delle onde che si infrangono sulle rocce scure, con lo sfondo
dei graniti rossi e del mare azzurro e trasparente. L'orientamento
della costa rende questa zona piuttosto esposta ai venti di
maestrale, rendendo Badesi la meta perfetta per gli appassionati
di surf, windsurf e altri sport acquatici. 
Cosa visitare
Il centro abitato offre ai visitatori vari servizi e negozi
con prodotti tipici e nostrani. Dall' inizio del mese di maggio
fino alla fine di settembre, vengono organizzate feste e sagre
a tema, fra le piu' importanti sono da ricordare sicuramente
la festa patronale dedicata alla Madonna del Sacro Cuore di
Badesi, l’evento "Bozi in coru" con esibizioni
di canti in coro, e "Lu Carrasciali Estivu" (il Carnevale
Estivo) che ogni anno, la notte del 13 Agosto, trasforma il
paese in una sarabanda di luci e colori, per la sfilata in maschera
e i carri allegorici, alla quale i turisti sono invitati, tutto
accompagnato da musica, buon vino e clima di allegria tipico
del carnevale.
La chiesa parrocchiale di Badesi, nel centro del paese, è
intitolata al Sacro Cuore e venne costruita ai primi del '900.
Da visitare nei dintorni:
Per gli amanti del paesaggio consigliamo di fare una escursione
in direzione di Aggius, in direzione della cosiddetta Valle
della Luna, una magnifica vallata dove emergono, quasi magicamente,
rotondeggianti massi di granito che conferiscono un atmosfera
da fiaba a tutto il paesaggio. Un altra roccia particolare è
l'Elefante che si trova a circa 4 km da Castelsardo, con l'inequivocabile
forma, con ben evidenziata la proboscide del trachitico pachiderma.
Terme di Casteldoria
A soli 8 km da Badesi le Terme di Casteldoria vi offrono l’opportunità
di godere di un benessere e relax speciali. Immerse in una natura
incontaminata, a ridosso del Castello dei Doria, fra mare, fiume
e un cielo cristallino, le Terme vantano un’acqua
termale salsobromoiodica straordinaria che sgorga dalla sorgente
a 76°C.
L’Acqua di Casteldoria, acqua di salute, vanta proprietà
antisettiche, antinfiammatorie e decongestionanti, di stimolazione
del sistema immunitario e miorilassanti. Combatte reumatismi
e osteoartrosi, psoriasi e dermatiti, sinusiti, riniti,
faringiti, laringiti, e ancora problemi intestinali e ginecologici.
Fanghi vellutati, Bagni, Irrigazioni, Inalazioni termali e fisioterapia
convenzionati con il Sistema Sanitario Nazionale. Massaggi e
Trattamenti Benessere viso e corpo, Medicina Estetica e Dermatologica.
Museo archeologico di Viddalba
Il museo archeologico di Viddalba è dedicato alle testimonianze
archeologiche del territorio di Viddalba dal Neolitico al Medioevo.
Nell'esposizione, corredata da pannelli didattici, trovano spazio
materiali ceramici e litici della cultura neolitica di Ozieri,
e di quella eneolitica di Bonnanaro a cui si riferiscono i reperti
da Monte San Giovanni.
La civiltà nuragica è rappresentata da recuperi
di superficie e dal villaggio di San Leonardo; notevole un'ascia
bronzea.
La necropoli romana di San Leonardo ha restituito corredi funerari
di età repubblicana e di età imperiale (fino al
IV sec. d.C.) con monili in oro, argento, pasta vitrea e soprattutto
le stele litiche, esposte nel fossato, che costituivano il segnacolo
di tombe ad incinerazione datate tra la fine del I sec. a.C.
e la prima età imperiale.
Queste stele, rettangolari o trapezoidali, sono decorate da
un motivo a rami di palma che racchiude la figura principale
antropomorfa.
Da San Leonardo provengono anche contenitori di età imperiale
e tardoimperiale e frammenti medievali, mentre monete puniche,
romane, rinascimentali provengono dal territorio e da Monte
San Giovanni.
Nel fossato, un'area espositiva aperta, sono collocati oltre
alle stele, interessanti reperti pre e protostorici: macine,
grandi vasi e altri manufatti; ricostruzioni di tombe a "enkytrismòs"
e a cassa litica.
E’ importante visitare il museo archeologico di Viddalba
poichè è l'unico polo culturale scientifico nella
bassa valle del Coghinas. Questo raccoglie tracce significative
della presenza romana nel territorio. Inoltre l'esposizione
è curata dal punto di vista didattico e scientifico in
modo da rendere il percorso di facile fruizione anche per un
pubblico non specialistico.
Esiste un servizio gratuito di visita guidata. Il book-shop
è aperto. Il museo svolge attività didattica consistente
in progetti su tematiche archeologiche con scuole elementari
e medie e in laboratori per gruppi sulla lavorazione dell'argilla
e dell'arenaria (su prenotazione). La
Domus de janas Sedini
La Domus de janas (casa delle fate) è un enorme ammasso
calcareo, scavato nel Neolitico tra il 3.500 e il 2700
a.C. da uomini che vivevano nel vicino villaggio preistorico,
per ricavarne una necropoli. La tradizione popolare narra che
al suo interno vi abitassero le janas o fate, raffigurate come
bellissime fanciulle dai poteri magici. La parte dunque scavata
in quei remoti tempi è composta da sei celle di circa
2,4 x 1,5 metri, disposte su piani diversi e comunicanti tra
di loro. All'interno vi sono oggi, come apparato scenografico,
vari utensili. I locali al piano inferiore (ipogei) sono rimasti
quelli di un tempo, restaurati, mentre al primo piano le celle
vennero abitate fino all' Ottocento. Al secondo piano vennero
abitate fino a tempi ancor più recenti.Si può
notare un focolare, un letto, suppellettili di una vita contadina
che prima della rivalorizzazione del sito archeologico doveva
svolgersi tranquilla e senza scosse; in maniera naturale, vivere
in una necropoli.
I romani chiamavano questo villaggio Septim (sette) probabilmente,
perché distava sette miglia romane da un'importante città
costiera. Nel XII secolo compare il nome Setin, citandolo relativamente
ad alcuni importanti monasteri dislocati nel suo territorio.
Si presume che l'attuale nome, Sedini, derivi appunto da quel
toponimo.
Ancora oggi molte case sono ricavate nella roccia di cui è
ricca la zona.
All'interno della Domus de Sa Rocca è stato allestito
un museo etnografico della civiltà contadina anglonese;
una collezione di fossili locali, una mostra fotografica sulle
chiese e i monasteri di Sedini, oltre alla tomba neolitica.
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Sardegna
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